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Le ricerche di Gerona 2005

(29-01-13) Investire in prevenzione per garantire la sostenibilit? del Sistema sanitario nazionale


Il raddoppio della durata della vita media non si ? associato a un aumento proporzionale degli anni vissuti in salute
diVincenzo Atella, Luigi Fontana e Sergio Pecorelli*
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) dovrebbe avere il compito di garantire la tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo. La domanda ?: ci possiamo ancora permettere un sistema sanitario pubblico di carattere universalistico? Negli ultimi cento anni, grazie alla scoperta degli antibiotici, ai programmi di vaccinazioni di massa, al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, abbiamo debellato la maggior parte delle malattie infettive che erano la principale causa di morte. Pensiamo alla peste, al colera, alla tubercolosi, al vaiolo e alle infezioni letali contratte durante il parto o nei primissimi anni di vita. L?aspettativa di vita, che era di soli 45 anni all?inizio del 1900, ? balzata a circa 80 anni. Tuttavia, e sfortunatamente, il raddoppio della durata della vita media non si ? associato a un aumento proporzionale degli anni vissuti in salute. Infatti, oggi, circa l?80% degli ultrasessantenni ? affetto da almeno una malattia cronica e il 50% ne ha due o pi?, principalmente patologie cardiovascolari e tumorali, responsabili di circa il 70% delle cause di morte in Italia. Se a questo aggiungiamo il progressivo invecchiamento della nostra popolazione, possiamo capire che la sostenibilit? del nostro SSN ? a rischio.
I COSTI - Su questo lato i dati parlano chiaro: la percentuale degli adulti con pi? di 65 anni ? passata dal 4% della popolazione (1 cittadino su 20) del 1850, al 20.6% (1 cittadino su 5) nel 2010, ed ? previsto che raggiunger? il 34.4% della popolazione totale (1 cittadino su 3) nel 2050. Inoltre, i costi del SSN sono destinati ad aumentare ulteriormente anche perch? ? in corso un?epidemia di sovrappeso e obesit? che sta colpendo non solo gli adulti ma anche i bambini (in alcune regioni italiane il 50% dei bambini ? obeso). Ed ? noto che l?obesit? ? un potentissimo fattore di rischio per diabete mellito, ipertensione arteriosa, infiammazione, infarto del miocardio, cancro e nefropatia diabetica. La crisi economica che stiamo vivendo sta portando alla luce molti problemi strutturali che il nostro Paese dovr? affrontare nel breve e nel lungo termine, e la salute dei nostri cittadini ? uno dei principali. Chi pagher? per le costose cure di un esercito di persone adulte e anziane affette da un crescente numero di malattie croniche per lo pi? legate agli scorretti stili di vita? Negli ultimi giorni, dopo la dichiarazione di Monti sulla sostenibilit? del SSN, politici, tecnici e sindacalisti si stanno fronteggiando nei talk show e sui giornali, affrontando il problema unicamente dal lato del finanziamento della spesa, ognuno con la sua ricetta per reperire i fondi necessari. Le due principali soluzioni proposte sono: il miglioramento dell?efficienza del SSN e l?introduzione di fondi sanitari integrativi. Sebbene giusta e necessaria, la lotta alle inefficenze e agli sprechi in sanit?, a nostro parere, non potr? arginare l?esplosiva crescita dei costi sanitari legati all?invecchiamento della popolazione e all?epidemia di obesit?. Anche l?idea dei fondi sanitari integrativi non risolve i problemi e rischia solo di creare un?ulteriore divario sociale tra i cittadini che si possono permettere di pagare un?assicurazione sanitaria privata, e i molti che gi? ora non riescono ad arrivare alla fine del mese.
PREVENZIONE - Eppure, la soluzione al problema della sostenibilit? del SSN esiste gi? e si chiama "prevenzione". L?Organizzazione Mondiale della Sanit? asserisce che circa l?80% delle patologie cardiovascolari e del diabete, e almeno il 40% dei tumori possono essere prevenuti cambiando gli stili di vita. I nostri dati scientifici suggeriscono che con interventi preventivi mirati e personalizzati la quasi totalit? del diabete mellito di tipo 2 e delle patologie cardiovascolari, ed una buona parte dei tumori possono essere prevenuti, risparmiando cos? un?ingente somma di denaro pubblico reinvestibile sia per lo studio e la cura di patologie rare ancora incurabili, sia per lo sviluppo economico del Paese. Basti pensare che solo il sovrappeso e l?obesit? gi? oggi ci costano circa 3,5 miliardi di euro all?anno di spese sanitarie dirette, a cui andrebbero aggiunte le spese indirette. ? assolutamente necessario spostare risorse economiche e umane dalla cura delle malattie alla prevenzione. ? essenziale formare una nuova classe di professionisti della salute preventiva e trasformare, mettendole in rete, le strutture gi? esistenti sul territorio (es. strutture sanitarie, scuole alberghiere, scuole primarie e secondarie, universit?, palestre pubbliche) per educare attivamente i cittadini alla salvaguardia della propria salute. Si dovrebbe insegnare ai cittadini a conoscere gli alimenti, a cucinare e alimentarsi in maniera sana ed equilibrata, a fare attivit? fisica in maniera corretta e regolare e ad evitare l?esposizone a sostanze nocive per la salute. Potrebbe essere auspicabile pensare a un sistema di incentivi (es. annullamento ticket sanitario o una sorta di schema bonus/malus) per i cittadini che mettono in pratica le strategie preventive, quali,a titolo esemplificativo, la riduzione della circonferenza vita e dei fattori di rischio cardiovascolare e tumorale.
INVECCHIARE IN SALUTE - La creazione di innovativi programmi universitari nelle scienze del benessere e delle longevit? e, in un prossimo futuro, di un Istituto Nazionale sull?Invecchiamento in Salute (Successful Ageing), dovrebbe diventare una delle vere priorit? programmatiche del Paese; cos? si potranno superare le sfide sociali e finanziarie che ci attendono e al contempo creare nuove opportunit? di crescita economica nel campo dell??ACTIVE AND HEALTHY AGEING?. Centinaia di milioni di cittadini stanno invecchiando nel mondo; con loro crescono le richieste di prodotti e servizi, e le possibilit? di creare nuove attivit? industriali e commerciali nel settore dell?industria alimentare, farmaceutica, medica, diagnostica, biotecnologica e del turismo/wellness nel campo dell?healthy ageing. Inoltre, aspetto da non sottovalutare, si potrebbe fornire con tali iniziative un concreto impulso alla nostra economia, creando posti di lavoro inseriti in un percorso di crescita sostenibile, che a loro volta garantirebbero una forza lavoro pi? sana, meno dipendente dai trasferimenti pubblici e capace di procrastinare nel tempo le scelte di pensionamento, con ovvi vantaggi per il bilancio pubblico. Per essere credibile, questo programma industriale, fondato su solide basi scientifiche, avrebbe bisogno di leadership autorevole e competente in questi settori. Pertanto, sarebbe opportuno, anzich? parlare in astratto di riforme del sistema di finanziamento del SSN, affrontare con obiettivit? e lungimiranza i problemi "veri" del benessere dei cittadini, non rimandandone la soluzione. A nostro parere, questa ? l?unica strada percorribile per continuare ad avere un sistema sanitario pubblico di carattere universalistico.

Fonte: Www.corriere.it

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