(07-02-13) Zucca: l'umile ortaggio utile alla nostra salute
La zucca ? un ortaggio appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee. Le piante sono annuali, a fusto strisciante lungo anche diversi metri ed a cespuglio, per la coltivazione negli orti; le foglie sono ricoperte da ruvidi peli mentre i fiori, di un bel giallo vivo, sono commestibili ed in cucina si prestano alla preparazione di squisiti piatti o di saporite frittelle.
Incerta ? l?origine del termine 'cucurbita': forse deriva dal raddoppiamento di 'corb' o 'carb', con un richiamo al vocabolo latino 'curvus' riferito ad una pianta rampicante il cui fusto assume forma curva avvinghiandosi ad altre piante, ma siamo nel campo delle ipotesi. Incerto ? altres? il luogo d?origine della famiglia delle zucche. Indubbiamente le conoscevano gi? e le sapevano coltivare gli Egizi, gli Indiani d?Oriente, gli Arabi, gli Africani del Niger.
Nel mondo romano, dal 1? sec. a. C. al III sec. d.C esse figuravano nelle mense semplici ed erano vendute allo stesso prezzo dei cocomeri, facendo la loro comparsa nei pranzi citati da Marziale, nell?Apocolokintosis di Seneca, mentre il naturalista Plinio il Vecchio ne prediceva la fortuna in et? moderna; nel quotidiano della vita romana poi la zucca, svuotata della polpa ed essiccata, diventava un contenitore leggero ed impermeabile, adatto a contenere il sale o il vino, il latte o anche i cereali; le zucche figuravano inoltre nei manuali di orticultura ed in tutti i ricettari, dall?Anonimo Toscano, databile alla fine del ?300, fino al manuale di Pellegrino Artusi (1891) 'La Scienza in cucina e l?Arte di mangiar bene'.
Anche nel Nord-America la zucca era l?alimento base della dieta degli Indiani, che i primi coloni riconobbero subito, notando tuttavia frutti pi? grandi e migliori di quelli che essi avevano lasciato nel Vecchio Continente, e cominciarono quindi a coltivarne le nuove variet? per poi importarle: giunsero in tal modo in Europa cucurbite notevolmente pi? grandi di quelle tradizionali europee come le variet? pepo, maxima e moschata.
La svolta si ebbe dunque a partire dai grandi viaggi di esplorazione colombiani e post-colombiani, allorquando dall?America alla vecchia Europa giunsero nuove variet? di zucche pi? grandi, di maggior resa e di miglior qualit? che in breve tempo soppiantarono quelle preesistenti. Contemporaneamente nell?Italia rinascimentale la zucca entra nei testi ameni del 500, dove per la sua dismisura aiuta lo stile 'comico' e per la sua umilt? serve alle parlate volgari; la sua presenza inoltre nel Rinascimento italiano, dallo stesso Ariosto a Teofilo Folengo a Francesco Doni e per finire all?Accademia degli Ortolani, serve a dimostrare una concordanza fra semi vegetali ed intelletti umani.
Nella raffinatissima corte estense di Ferrara si ha ufficialmente il salto qualitativo: da modesto ortaggio, degno tutt?al pi? del povero desco delle classi umili, la zucca entra a far parte dei contorni a pietanze pregiate o viene usata essa stessa in guisa di contenitore commestibile in occasione di importanti banchetti, raffigurando peraltro un certo che di poteri magici, era il simbolo di una bella pancia rigonfia di cibo profumato che trasformava la tavola in un orto divino.
N? meno importante ? la presenza della zucca nel Ritratto di Rodolfo II in veste di Vertumno, il dio delle stagioni, opera databile al 1591 di Giuseppe Arcimboldi, detto l?Arcimboldo, pittore famoso anche per le sue grottesche 'Teste Composte', ritratti burleschi eseguiti combinando tra loro elementi dello stesso genere collegati al soggetto rappresentato, in modo da desublimare il ritratto stesso.
Rivalutazione ed uso delle cucurbitacee continuarono alla grande nel periodo del Barocco e per tutto il 700 e l?800 anche alle corti di Napoli e Torino, fino ad arrivare al 1900, secolo in cui si nota un calo del loro consumo come spia di conflitto fra tavola alta, cucina urbana e mensa rurale, superata, si spera, dalla attuale controtendenza.
Ma, al di l? delle tendenze di moda alimentare e dei riferimenti artistico-letterari, ? doveroso rimarcare che quest?ortaggio ? stato sempre uno degli alimenti principali nella dieta dei popoli, e specialmente nelle ricorrenti carestie di una volta, assieme ai fagioli, alle patate e al mais, ha alleggerito la fame pi? nera di tanta povera gente.
La coltivazione delle zucche infatti ? molto semplice, la pianta stessa ? rustica e per la sua coltivazione non ? affatto esigente, le possono andar bene anche terreni poco fertili e/o non irrigui, purch? sullo stesso terreno non se ne ripeta la coltivazione prima che siano trascorsi tre anni: trattandosi di una pianta depauperante, si rende necessaria la classica rotazione; il frutto inoltre si conserva perfettamente commestibile fino alla successiva primavera inoltrata e non se ne butta via niente: nella vecchia mentalit? contadina infatti tutto della zucca va consumato per sfamare tutti, uomini e animali: tali sono i motivi per cui le cucurbitacee hanno rappresentato da sempre una riserva alimentare nelle zone pi? povere.
Ieri come oggi la coltivazione ? finalizzata sia al frutto maturo, la normale zucca, sia ai frutti non ancora maturi, gli zucchini, e pertanto l?intera produzione delle zucche si divide in grandi macro aree:
? le zucche da inverno come la Cucurbita Maxima, la Cucurbita Moschata e tutte le variet? che da esse si sono evolute: la zucca a turbante, la zucca grigia di Bologna, la zucca marina di Chioggia, la zucca gialla mammouth, la zucca piena di Napoli, la Zucca Mantovana, la Zucca Lunga di Napoli invernale;
? le zucche da zucchini della variet? Cucurbita Pepo, altrimenti detta zucca comune.
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In Italia le zucche sono coltivate soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto ed in misura minore in Campania e Puglia; il consumo rispetto agli ultimi 20-30 anni ? ridotto del 10% circa, anche se da poco si assiste ad una certa ripresa, incentivata peraltro dalla distribuzione del prodotto porzionato ed in molti casi gi? cotto a forno, in risposta alle esigenze delle famiglie sempre meno numerose e sempre pi? indaffarate.
Il settore interessato ? soprattutto l?agro-alimentare ad uso umano e zootecnico, ma anche l?industria della cosmesi. Da un punto di vista strettamente alimentare molteplici sono poi le propriet? che fanno di quest?umile ortaggio un autentico benefattore dell?umanit? e non solo:
? la zucca ? un alimento che contiene poche calorie, ma ad alto potere saziante;
? ? ricca di vitamina C, fosforo, potassio e magnesio;
? ? povera di zuccheri ma ricca di acqua, tanto da essere utilizzata come elemento da inserire a pieno titolo nelle diete perch? ? ad alta digeribilit? e perch? stimola la diuresi;
? il color arancione delle zucche inoltre, come pure delle carote, dei peperoni gialli, delle albicocche, delle pesche, dei meloni ? dovuto alla elevata quantit? di beta ? caroteni in esse contenuti; ed all?uopo giova ricordare che i carotenoidi, i precursori della Vitamina A che permettono al nostro organismo di elaborare la suddetta Vitamina, sono molto utili alla vista e rinforzano nel contempo le difese immunitarie, il beta ? carotene inoltre fa bene alla pelle e la protegge; inserendo poi nella propria dieta un discreto quantitativo di zucca si assumono anche i flavonidi, che combattono i radicali liberi dell?ossigeno, mantenendo le cellule pi? giovani.
Ed i vantaggi non finiscono qui: della zucca, ripetiamo, si utilizza tutto:
? la buccia pu? alleviare i dolori da scottatura della pelle;
? in cosmetica le creme a base di zucca sono ideali per idratare la pelle grassa;
? i semi sono ricchi di acidi grassi essenziali, acido linoleico ed alfa-linoleico - rispettivamente Omega-6 e Omega-3 - vitamine soprattutto del gruppo E e del gruppo B e minerali come sodio, zinco, magnesio e selenio; oltre ad essere una sicura fonte di energia, i semi contengono i fitosteroli vegetali che sarebbero risultati utili nella prevenzione delle disfunzioni a livello delle vie urinarie: tostati al forno, i semi di zucca sono ottimi da offrire in un cocktail come aperitivo, lessati per 10 minuti in acqua salata e poi tostati al forno a 180? si conservano chiusi in barattoli per qualche settimana; secondo antiche credenze infine i semi, contenendo zinco, aiuterebbero a stimolare gli ormoni e a combattere l?infertilit?.
Fonte: paginemediche.it
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