(03-03-13) Pi? attivit? fisica contro la stanchezza cronica
La componente psicologica gioca un ruolo fondamentale nella sindrome da
stanchezza cronica (Ssc), anche nel caso in cui il reumatologo ipotizzi
un'origine organica. Per questo il sistema sanitario britannico ha
sponsorizzato uno studio comparativo tra diverse tipologie di psicoterapia
utilizzate in chiave riabilitativa. Lo studio, che ? un ramo del pi? complesso
trial Pace, ? stato condotto in collaborazione dal King's College di Londra,
dall'Universit? di Londra e dal Medical research council britannico ed ? stato
pubblicato su Psychological medicine. Una coorte di 640 pazienti con sintomi
sufficientemente intensi da consentire la diagnosi di Ssc ? stata suddivisa in
quattro gruppi con quattro trattamenti diversi: terapia medica specialistica
(senza supporto psicologico), terapia medica pi? terapia cognitivo-
comportamentale (Tcc), terapia medica pi? un programma di attivit? fisica di
intensit? crescente (Afc) e, infine, terapia medica pi? una psicoterapia
specifica per la Ssc, messa a punto da un gruppo di medici britannici e
chiamata adaptive pacing therapy o Apt. ?L'Apt ? una forma di terapia cognitivo-
comportamentale che consente per? al paziente con stanchezza cronica di
interrompere l'attivit? prevista se la trova troppo pensante? spiega Peter
White, docente di psicologia medica e principale autore della sperimentazione.
?Precedenti studi hanno dimostrato che sia la Tcc sia l'Afc riducono i sintomi
e la disabilit?. Volevamo capire se anche la sola terapia medica funziona,
oppure se una terapia meno impegnativa e pi? a misura di paziente rispetto alla
cognitivo-comportamentale pu? avere un buon effetto riabilitativo?. I risultati
sono chiari: dopo un anno di terapia, coloro che sono stati sottoposti a Tcc o
alla sola attivit? fisica rispondono ai criteri perla remissione tre volte pi?
di coloro che hanno seguito la sola terapia medica o l'hanno associata con
l'Apt. In assoluto, circa il 22% dei pazienti trattati con la terapia cognitivo-
comportamentale o col programma di attivit? fisica ha visto la malattia
regredire fino a scomparire, mentre questo accade solo nell'8% dei soggetti
trattati con terapia medica pi? Apt e nel 7% di coloro che si limitano ad
assumere farmaci. ?I risultati ci dicono che c'? la possibilit? di guarire, ma
che questa riguarda solo una piccola percentuale di pazienti, non pi? di due su
dieci con la terapia migliore? conclude White. ?Dobbiamo ora capire perch? ci?
accade e se dobbiamo ridefinire i nostri criteri diagnostici a monte
dell'intervento terapeutico?.
Fonti:
Psychological Medicine, February 2013, pp 1-9
doctornews33
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