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Le ricerche di Gerona 2005

(05-03-13) Epatite C: ripetere terapia con interferone espone a rischi gravi


Un secondo trattamento con interferone, in pazienti affetti da epatite C o da
patologie epatiche croniche che hanno avuto una ricaduta, o in cui il primo
trattamento non ha funzionato, non sembra presentare benefici e potrebbe anzi
aumentare il rischio di mortalit? ed effetti collaterali. ? questa la
conclusione di un revisione sistematica condotta da Ronald Koretz di Granada
Hills in California (Usa) e colleghi, appena pubblicata sulla Cochrane library.
Sono stati analizzati sette studi clinici: due di questi (Halt-C e Epic3)
considerati di buona qualit? metodologica, per complessivi 1.676 pazienti
arruolati; i restanti cinque, di qualit? non adeguata, con un totale di 300
pazienti arruolati. I pazienti inclusi dovevano aver ricevuto un trattamento
con interferone per epatite C cronica o altre malattie epatiche. Durante gli
studi clinici hanno ricevuto interferone pegilato a basse dosi per lungo tempo,
placebo o nessun intervento. Quello che ? emerso analizzando tutti gli studi
presi in esame ? che il rischio di morte ? risultato simile tra il gruppo
trattato con interferone pegilato e i controlli, ? risultato simile (9,3%
gruppo trattato con interferone verso 7,2% del gruppo placebo e senza
intervento). Prendendo per? in considerazione solo gli studi migliori, il
rischio di morte ? risultato maggiore per i pazienti sottoposte a trattamento
con interferone rispetto al placebo o nessun trattamento (9,4% verso 6,7%). ??
preoccupante vedere come proprio gli studi condotti con una migliore qualit? e
che forniscono le stime pi? attendibili, sembrano indicare che l'interferone
aumenti la mortalit?? spiegano gli autori del lavoro. ?In base a questi
risultati la mono-terapia con questo farmaco non pu? essere raccomandata per i
pazienti affetti da epatite C cronica, gi? trattati senza successo con
interferone. Senza contare che i pazienti che lo ricevono in terapia combinata
con altri farmaci, dovrebbero essere informati di questi risultati?.

Fonti:
Cochrane Database of Systematic Reviews 2013, Issue 1. Art. No.: CD003617
doctornews33

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