(13-03-13) Coinvolgere il paziente migliora esiti della cura
Potrebbe addirittura assurgere a rimedio ?blockbuster? del secolo: secondo le ultime ricerche, il coinvolgimento del paziente nelle cure promette, infatti, molte potenzialit? tutte da esplorare
Potrebbe addirittura assurgere a rimedio ?blockbuster? del secolo: secondo le ultime ricerche, il coinvolgimento del paziente nelle cure promette, infatti, molte potenzialit? tutte da esplorare. Secondo le numerose ricerche sul tema pubblicate nel numero di febbraio della rivista Health affairs, infatti, i pazienti pi? direttamente coinvolti nella gestione della propria salute sono quelli in cui la miglior gestione coincide con il massimo contenimento della spesa. ?Siamo convinti che qualit?, sicurezza e costo saranno migliorati ? e migliorati in maniera sostenibile ? quando riusciremo a concentrare l'attenzione in modo sensato sui pazienti e sui loro familiari? spiega George Bo-Linn, direttore del programma della Fondazione Gordon and Betty Moore di San Francisco, in California, tra gli autori del numero monografico. ?Questo richiede di cambiare radicalmente la prospettiva, le strutture e i processi, e di usare un approccio di ingegneria dei sistemi che renda la sanit? pi? efficiente ed efficace?. La premessa dell'assistant secretary for health del governo statunitense, Howard Koh, ? disarmante: ?I medici tendono a sovrastimare la comprensione che i pazienti hanno della loro malattia, e la capacit? di afferrare le informazioni fornite. Diamo per scontato che capiscono ci? che stiamo dicendo, ma spesso in realt? non ? cos?. Per questo ? importante partire dal livello cui si trova il paziente: ? l'unico modo per coinvolgerlo e ottenere che si attivi?. Un metodo efficace pu? consistere nel chiedere all'interessato di spiegare che cosa ha capito della propria condizione e delle opzioni disponibili, come primo passo per condividere davvero le scelte. Se non ? chiaro come si possa ottenere il massimo coinvolgimento dei pazienti, ? oramai dimostrato che quando c'? diventa un'arma terapeutica potentissima: la revisione della letteratura condotta da Judith Hibbard, dell'Universit? dell'Oregon, ha concluso infatti che che questi hanno un rischio ridotto di ricovero o di accesso in pronto soccorso: ?Un'interpretazione plausibile ? che i pazienti con pi? competenze sappiano meglio degli altri ottenere dalle strutture sanitarie ci? di cui hanno bisogno?.
Fonti:
Health Aff (Millwood). 2013 Feb;32(2):202
doctornews33
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